Giochi, d’acqua, fontane, serre: alla scoperta di Villa Litta
Iscrizioni fino a esaurimento posti. Venerdì 15 giugno visita guidata a una delle più belle «ville di delizia» lombarde.
Un patrimonio architettonico e botanico di fine Seicento, con annesso polmone verde secolare. È Villa Litta a Lainate, una delle più famose e suggestive residenze «gentilizie» lombarde.
Alla scoperta della «villa di delizia». L'Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la «Bocciofila Parco», promuove venerdì 15 giugno una visita guidata alla «villa di delizia» con i suoi incredibili giochi d’acqua e i palazzi del Cinquecento e del Settecento.
Si parte da piazza Giovanni Paolo II (davanti al Comune) alle 19.15, mentre il rientro è previsto intorno alle 23. Il costo, 20 euro, comprende il trasporto, il biglietto di ingresso e la visita guidata. È possibile iscriversi presso l'Ufficio Cultura (piazza Giovanni Paolo II - ingresso C – tel. 0362/392.245-240) fino ad esaurimento posti nei seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30, martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30. Info: tel. 0362392.245/240 – email: cultura@comune.desio.mb.it.
Giochi, d’acqua, fontane, serre e affreschi. Villa Litta fu ideata da Pirro I Visconti Borromeo che, ispirandosi alle ville della Toscana Medicea, alla fine del Cinquecento diede una nuova veste al possedimento lainatese fino ad allora utilizzato per scopi agricoli.
Alla costruzione di Villa Litta lavorarono maestranze d’eccezione, quali l’architetto Martino Bassi, i pittori Camillo e Giulio Cesare Procaccini, il Morazzone, Agostino Lodola e il Volpino e gli scultori Francesco Brambilla il Giovane e Marco Antonio Prestinari. La villa conserva affreschi d’epoca, stucchi e ambienti monumentali quali la «Rotonda del Mercurio» e il «Salone della Musica». Un complesso architettonico reso unico da uno spettacolare Ninfeo, il «Palazzo delle Acque» della fine del XVI secolo, voluto dal conte Pirro I Visconti Borromeo, composto da diverse stanze interamente rivestite da ricche decorazioni di ciottoli bianchi e neri, con giochi d’acqua a sorpresa.
E poi le «serre», da poco restaurate, il parco di circa 3 ettari, con un «teatro di verzura» creato da tassi secolari, un doppio filare di carpini con i rami intrecciati a formare una volta vegetale, un’esedra semicircolare, sculture e fontane.